Un decreto
pontificio del 19 luglio 1941, ha dichiarato per mano di Papa
Pio XII "San Maurizio martire celeste, patrono presso Dio del
Corpo dell'Esercito Italiano denominato Alpini".
San Maurizio, noto anche come Moritz, Morris, o in latino
Mauritius (nato a Tebe nel III secolo), è stato un militare
romano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Secondo le agiografie, sarebbe stato un generale dell'impero
romano, a capo della leggendaria legione Tebea egiziano-romana.
In seguito si rifiutò di intraprendere azioni punitive contro i
cristiani e sarebbe stato martirizzato durante la decima
persecuzione di Diocleziano.
Dai documenti risulta che, nel corso del III secolo la legione,
formata da 6666 soldati era quasi interamente composta da
cristiani, e normalmente prestava servizio ai confini orientali
dell'impero. Nel 300 su richiesta dell'imperatore Diocleziano
venne riposizionata in Gallia a nord delle Alpi. Il compito
della legione era di assistere militarmente Massimiano nella
difesa contro i Quadi e Marcomanni, barbari che dal fiume Reno
tracimavano nella Gallia, e di sottomettere le popolazioni
ribelli locali (che in parte si sentivano abbandonate
dall'Impero Romano).
I soldati eseguirono brillantemente la loro missione, tuttavia,
quando Massimiano, e qui esistono più versioni, secondo una
prima, l'imperatore ordinò ai legionari di giurare fedeltà
all'impero sull'altare delle divinità, la seconda invece
racconta che alla legione fu chiesto di scovare i cristiani che
si nascondevano nella zona, ma molti fra i soldati tebani si
rifiutarono. Massimiano ordinò una severa punizione per l'unità
e, non bastando la sola flagellazione dei soldati ribelli, si
decise di applicare la decimazione, una punizione militare che
consiste nell'uccisione di un decimo dei soldati, mediante
decapitazione.
In seguito vennero ordinate altre azioni dello stesso tipo
contro le popolazioni locali, cosa che portò la legione a
rifiutare di nuovo il compito repressivo assegnato, anche in
seguito all'incoraggiamento del generale Maurizio. Massimiano
ordinò quindi una seconda decimazione che i soldati tebani
accettarono rassegnati.
I soldati però restarono fermi nel rifiutare di compiere
qualsiasi tipo di violenza contro i loro confratelli cristiani,
cosa che portò Massimiano a ordinare che tutti i restanti
componenti della legione, venissero massacrati sul posto. Il
luogo dell'eccidio, allora noto come Agaunum in Raetia, è
attualmente Saint Maurice-en-Valais, in Svizzera, dove si trova
un'abbazia dedicata a San Maurizio, l'Abbazia territoriale di
San Maurizio d'Agauno. Tra gli scampati all'eccidio vi era
Sant'Alessandro, che successivamente divenne vescovo di Bergamo.
Così recitano i più antichi resoconti del martirio, secondo la
lettera pubblica di Eucherio, vescovo di Lione (circa 434-450),
inviata al suo vescovo ausiliario Salvius. Versioni alternative
della storia raccontano che la legione si rifiutò di eseguire
gli ordini di Massimiano soltanto dopo aver scoperto che un
villaggio che avevano appena distrutto era popolato da poveri e
innocenti contadini cristiani, oppure che l'imperatore aveva
ordinato la loro esecuzione quando si rifiutarono di offrire
sacrifici agli dei pagani romani.
San Maurizio divenne il patrono del Sacro Romano Impero. Nel 926
Enrico I (919-936), arrivò a cedere l'intero cantone svizzero
dell'Argovia all'abbazia, in cambio della lancia sacra del
santo. La spada di San Maurizio faceva parte del corredo del
trono imperiale, utilizzato durante l'incoronazione degli
imperatori austro-ungarici fino al 1916. Inoltre alcuni
imperatori furono incoronati davanti all'altare di san Maurizio
nella Basilica di San Pietro. Nel 929 Enrico I di Sassonia
organizzò un incontro della corte reale (Reichsversammlung)
nella località di Magdeburgo. Allo stesso tempo venne fondato il
chiostro Mauritius Kloster in onore di San Maurizio. Nel 961
Ottone I intraprese grandi lavori di costruzione ed
arricchimento della cattedrale di Magdeburgo, che voleva far
diventare il luogo della sua futura sepoltura. A questo fine,
nel 961 anno dell'incoronazione e venticinquesimo del suo regno,
alla presenza di tutta la nobiltà, nella vigilia di Natale, il
corpo di San Maurizio venne convogliato a lui (Ottone I) a
Regensburg, assieme ai corpi di alcuni dei compagni del santo ed
a reliquie di altri santi. Dal loro arrivo a Magdeburgo, queste
reliquie vennero accolte con il grande omaggio fornito
dall'intera popolazione della città e dei paesani del
circondario. Queste spoglie sono ancora venerate nel luogo, per
la salvezza della patria.
Maurizio viene raffigurato tradizionalmente nella sua armatura
ed in Italia si aggiunge una croce rossa sul suo scudo o
armatura. Nella cultura popolare è stato messo in rapporto con
la leggenda della Lancia del Destino, che avrebbe portato in
battaglia; il suo nome è inciso sulla Lancia Sacra di Vienna,
una delle sue reliquie che si sostiene sia la lancia che ferì il
costato di Gesù sulla croce. San Maurizio dà il suo nome alla
località di vacanza di montagna St. Moritz, così come a numerosi
luoghi chiamati Saint-Maurice nei paesi di lingua francese.
Oltre 650 istituti religiosi dedicati a San Maurizio sono
presenti in Francia e in altri Paesi europei. Soltanto in
Svizzera ci sono 7 chiese o altari nel Canton Argovia, 6 nel
Cantone di Lucerna, 4 nel Canton Soletta, e 1 nel Cantone
Appenzello Interno. In particolare tra esse sono degne di nota:
la chiesa e l'abbazia di San Maurizio d'Agauno, la chiesa di St.
Moritz nell'Engadina e la cappella dell'Abbazia di Einsiedeln.
Molti ordini religiosi cavallereschi sono stati costituiti in
suo onore, incluso l'Ordine del Toson d'Oro e l'Ordine di San
Maurizio. Inoltre, cinquantadue toponimi francesi includono il
suo nome.
San Maurizio è considerato il patrono degli Alpini e la sua
festività ricorre il 22 settembre.
A San Maurizio è intitolato l'Ordine Cavalleresco dei Santi
Maurizio e Lazzaro, istituito nel 1434 da Amedeo di Savoia
ancora oggi concesso per otto lustri di servizio militare. Egli
ci ricorda che chi è superiore per grado o imbraccia le armi per
necessità, deve essere superiore nel sacrificio e nella
responsabilità, unendo il valore alla virtù.
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