Faber est suae quisque fortunae
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In ogni organizzazione di persone: associazione, comunità
ecc., il momento di vita associativa più importante è
rappresentato dall’Assemblea dei soci.
Tale organo, che rappresenta il momento più democratico di
una qualsiasi organizzazione, è un organo di indirizzo che
decide la linea dell’organizzazione e chi è preposto a far
si che tale linea venga seguita e sviluppata.
Nel nostro caso l’Assemblea si limita alla seconda parte del
suo scopo. Infatti ogni anno ci riuniamo per fare
sostanzialmente due cose: ascoltare una relazione morale, da
parte del Capo Gruppo, che si limita a fare un elenco di
attività svolte, una relazione finanziaria che comunica le
spese sostenute e lo stato della cassa del gruppo e, una
volta ogni tre anni, l’elezione del Capo Gruppo e dei membri
del consiglio direttivo.
Purtroppo ben difficilmente l’Assemblea discute la linea di
indirizzo, ovvero, ciò che il gruppo vuole fare durante
l’anno e in che modo farlo. Praticamente da mandato ad un
Consiglio Direttivo guidato dal Capo Gruppo di mantenere lo
status quo.
Se da una parte è quasi diventato alla stregua di un peccato
originale il demandare ogni decisione ad altri, si perde
comunque un’occasione di partecipazione alle scelte
associative che oltretutto ha anche lo scopo di amalgamare e
dare identità al gruppo stesso.
Non possiamo trovare la scusa, mentendo a noi stessi, di
dover fare un’Assemblea veloce perché ormai l’età dei soci è
avanzata. Solitamente iniziamo l’Assemblea alle ore 20 e la
concludiamo alle 21,30 comprendendo anche il piccolo
spuntino come ormai da tradizione.
Se si vuole fare il salto per far si che il corpo sociale
diventi parte attiva e non passiva, si possono trovare tempi
e momenti diversi. In giro per l’Italia questo avviene
normalmente.
Molti gruppi addirittura trasformano l’Assemblea in “Festa
del tesseramento”. Non è necessario arrivare a tanto, ma si
potrebbe ad esempio spostare l’Assemblea al Sabato o la
Domenica mattina in modo tale che non rovini il sonno agli
anziani e permetta una più ampia partecipazione. Se poi non
vogliamo perdere le tradizioni, possiamo trasformare lo
spuntino serale in una colazione.
Prepararsi all’Assemblea preparandosi a portare idee, ed
offrendo partecipazione e disponibilità assumendo incarichi
e perché no, “mugugni” costruttivi, lo si deve sentire come
un diritto-dovere.
L’importante è dunque partecipare il più numerosi possibile
e divenire parte attiva proponendo, discutendo ed
esplicitando la propria opinione sia su ciò che ci piace che
su ciò che non ci piace. Assieme si deve decidere ciò che
vogliamo, la strada da intraprendere, il modo di essere e
partecipare alle attività del nostro gruppo.
Una volta deciso assieme ciò che vogliamo possiamo
finalmente dare il mandato al gruppo dirigente di garantire
che avvenga ciò che abbiamo deciso.
Quest’anno l’Assemblea del nostro gruppo è chiamata a
rinnovare le cariche sociali. Dunque quale occasione
migliore per imprimere una svolta partecipativa? Insomma, in
fin dei conti non si chiede molto ai soci del nostro bel
gruppo: impegno, partecipazione, appartenenza. In altre
parole “Alpinità”.
1 Ciascuno è artefice della propria sorte.
Celebrazioni per i 100 anni dalla fine della
Grande Guerra»
Non è per caso che tutti
identifichino gli alpini quale icona della Grande
guerra. l’inumana guerra a 3000 metri d’altezza e il
loro comportamento hanno fatto di essi una leggenda.
Fu proprio il sacrificio di quegli alpini, che per loro
natura odiano le guerre ma che sentivano il dovere di
difendere le proprie case e respingere chi voleva
calpestare il loro Paese, che unito a quel senso del
dovere che è divenuto sino ai nostri giorni segno
distintivo di tutti gli alpini in armi o in congedo, gli
fecero compiere imprese memorabili.
E’ dunque in primo luogo a loro e ovviamente anche ai
tanti caduti di altre armi che deve andare il nostro
pensiero in queste celebrazioni.
Proprio per rendere ad essi tali onori si è voluto
concludere queste celebrazioni con un atto che
simultaneamente vedrà tutti i gruppi svolgere la stessa
cerimonia. Ogni gruppo, prendendo a riferimento quei
monumenti o quelle lapidi che ricordano chi compi
l’estremo sacrificio, depositeranno una corona d’alloro
e leggeranno un comune messaggio del presidente Favero,
proprio per dire grazie a coloro che più non tornarono.
Nel nostro caso tale cerimonia verrà svolta presso il
Monumento ai Caduti di piazza Petrella ovviamente alle
ore 19,00 del 3 novembre.
Potrebbe essere bello invitare a tale cerimonia il Cap.
Rossini con un eventuale rappresentanza di alpini. Siamo
certi che, servizio permettendo, il Capitano, quale
socio dell’A.N.A. sarà felice di poter partecipare a
questa speciale cerimonia collettiva.
Al tempo stesso l’A.N.A. si è fatta promotrice della
richiesta che la giornata de 4 Novembre Festa delle
Forze Armate e dell’Unita d’Italia ritorni ad essere una
giornata festiva. A tale scopo il Presidente Favero ha
inviato una lettera al Capo dello Stato On. Sergio
Mattarella.
Alleghiamo a questo notiziario le lettere del Presidente
Favero riguardanti la giornata del 3 novembre e la
richiesta di ripristino della festività del 4 Novembre.
Comunicazine cerimonia del 3 novembre
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