Una volta ogni anno, in primavera, viene un giorno di gran trambusto nelle case degli alpini arroccate sui greppi o sparse nelle valli, allineate nei paesi, disseminate nelle città: dovunque esse siano c'è trambusto grosso, perché l'alpino parte per l'Adunata“.Le donne hanno il loro da fare, e lava la camicia e stira un po' quei pantaloni, rinforza i bottoni della giacca se no mi saltano; e dover fare tutto di corsa, sotto gli occhi e il pungolo di quel benedetto uomo che si mette a fare il difficile e trova da ridire perfino sul modo di tagliare il pane e salame che mangerà stanotte in treno.”
Così Giulio Bedeschi iniziava il suo racconto: “Il segreto degli alpini”.
Spiegare cos’è l’Adunata degli Alpini a chi alpino non è stato, non è tra le cose più semplici.Cominciamo a dire cosa non è l’adunata per sgombrare il campo dai malintesi. Non è il raduno di guerrafondai nostalgici, non conosciamo alpino che ami o abbia amato la guerra. Non  ne conosciamo oggi, come i nostri veci non ne hanno conosciuti neanche alle prime adunate che, per periodo storico, erano molto vicine ad essa.E’ e sarà sempre un momento dove ognuno di noi spera, e accade molte volte, di incontrare chi con lui ha condiviso momenti particolari della propria vita condividendo ideali, passioni, amicizia, allegria, dolore e giovinezza. Tutte queste cose un Alpino se le porta dentro e attende un anno intero per farle esplodere in un paio di giorni ogni volta dichiarati indimenticabili.Ci si vede per ricordare in allegria i momenti felici e spensierati della giovinezza ma anche per ricordare chi non può più condividerli con noi.
La prima adunata, o meglio il primo pellegrinaggio o convegno come venne chiamato allora l’evento, fu organizzato il 5 settembre 1920 sulla cima dell’Ortigara dalla neonata Associazione Nazionale Alpini che prese vita da un primo nucleo di reduci riunitisi a Milano l’8 luglio 1919.
Parteciparono a questo primo appuntamento circa 1500 persone tra alpini e montanari che volevano essere presenti all’incontro. Nell’occasione venne trasportata, con non poche fatiche, una colonna mozza con la scritta "Per non dimenticare" La Messa fu celebrata dal cappellano militarepadre Giulio Bevilacqua che rievocò il sacrificio degli alpini che operarono in quei luoghi durante la Grande Guerra (1915-1918).
A questo punto adunate ne seguirono altre venti prima che a causa del secondo conflitto mondiale ne fu sospesa l'organizzazione per sette anni. Nell'ottobre del 1948 a Bassano del Grappa riprese il suo corso la tradizionale adunata che, salvo la sospensione del 1950 a causa della concomitanza del Giubileo a Roma ha proseguito ininterrottamente sino ad oggi. (1915-1918).