Una volta ogni anno, in primavera, viene un giorno di gran trambusto
nelle case degli alpini arroccate sui greppi o sparse nelle valli,
allineate nei paesi, disseminate nelle città: dovunque esse siano c'è
trambusto grosso, perché l'alpino parte per l'Adunata“.Le donne hanno il
loro da fare, e lava la camicia e stira un po' quei pantaloni, rinforza
i bottoni della giacca se no mi saltano; e dover fare tutto di corsa,
sotto gli occhi e il pungolo di quel benedetto uomo che si mette a fare
il difficile e trova da ridire perfino sul modo di tagliare il pane e
salame che mangerà stanotte in treno.” Così Giulio Bedeschi iniziava il suo racconto: “Il segreto degli alpini”. Spiegare cos’è l’Adunata degli Alpini a chi alpino non è stato, non è tra le cose più semplici.Cominciamo a dire cosa non è l’adunata per sgombrare il campo dai malintesi. Non è il raduno di guerrafondai nostalgici, non conosciamo alpino che ami o abbia amato la guerra. Non ne conosciamo oggi, come i nostri veci non ne hanno conosciuti neanche alle prime adunate che, per periodo storico, erano molto vicine ad essa.E’ e sarà sempre un momento dove ognuno di noi spera, e accade molte volte, di incontrare chi con lui ha condiviso momenti particolari della propria vita condividendo ideali, passioni, amicizia, allegria, dolore e giovinezza. Tutte queste cose un Alpino se le porta dentro e attende un anno intero per farle esplodere in un paio di giorni ogni volta dichiarati indimenticabili.Ci si vede per ricordare in allegria i momenti felici e spensierati della giovinezza ma anche per ricordare chi non può più condividerli con noi. A questo punto adunate ne seguirono altre venti prima che a causa del secondo conflitto mondiale ne fu sospesa l'organizzazione per sette anni. Nell'ottobre del 1948 a Bassano del Grappa riprese il suo corso la tradizionale adunata che, salvo la sospensione del 1950 a causa della concomitanza del Giubileo a Roma ha proseguito ininterrottamente sino ad oggi. (1915-1918). |